Quel sito già incluso nel Piano Bonifica Regionale del 2011. Ancora una volta la magistratura arriva laddove istituzioni e politica latitano.
Era già tutto scritto e certificato. L’area del Casertano dove sono dove sono stati posti sotto sequestro 22 pozzi contaminati – nei pressi dello stabilimento Nokia, ex Jabil – era già inclusa nell’ex SIN Litrale Domitio Flegre ed Agro Aversano e nel Piano di Bonifica Regionale e individuato come Sito potenzialmente contaminato già in data antecedente al 2011. Dopo quattro anni la Procura e le forze dell’ordine arrivano dove istituzioni e politica latitano. Il sequestro dei pozzi di oggi, ancora una volta, conferma come la classe politica non comprenda la portata della problematica dei siti contaminati e soprattutto quale sia la strategie da porre in essere per gestirla.
“E’ chiaro – commenta Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico Legambiente Campania – che occorre procedere alle bonifiche, ma davanti a questi fatti anche le parole rischiano di perdersi nel pozzo delle buone intenzioni e mascherano le responsabilità e le incompetenze della politica e delle amministrazioni. Gli Enti preposti devono capire che le bonifiche, pur fondamentali e prioritarie, non potranno mai essere realizzate in tempi brevi ed è per questo necessario avviare una seria azione di prevenzione primaria – così come ribadiamo da anni – attraverso interventi di informazione delle comunità sottoposte al rischio, come quelle che utilizzano ignare le acque contaminate per il consumo personale e degli animali di cui poi consumano le carni. La prevenzione primaria è l’unica risposta che può consentire nell’immediato di ridurre il rischio cui sono sottoposte le comunità interessate da siti contaminati”.
La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ipotizza i reati di corruzione o contraffazione di acque o di sostanze destinate all’alimentazione.