L’ambientalismo scientifico è sempre stato uno dei tratti caratteristici e distintivi di Legambiente.
Questa impronta “genetica”, fatta della scelta di fondare ogni iniziativa per la difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici e di accompagnare tutti i “no” con l’indicazione di alternative concrete, realistiche, praticabili, è visibile nelle origini stesse della nostra associazione.
Molti dei fondatori di Legambiente – da Gianni Mattioli a Laura Conti, da Marcello Cini a Massimo Scalia – venivano infatti dal mondo delle competenze tecnico-scientifiche: erano i fisici protagonisti della battaglia contro il nucleare, i medici che lanciavano i primi allarmi sui rischi per la salute provocati dallo smog e da molte produzioni industriali, i biologi che accendevano i riflettori sul problema dell’inquinamento di mari e fiumi. Il Comitato Scientifico di Legambiente è stato il mezzo per dare forza e concretezza a questa idea d’ambientalismo, che affonda le sue radici nella critica contro il “mito” della neutralità della scienza e guarda alle competenze tecnico-scientifiche come ad una risorsa decisiva nella battaglia per uno sviluppo fondato sulla tutela e valorizzazione della qualità ambientale.
Il nuovo Comitato Scientifico rilancia la sfida e riflette, al tempo stesso, l’originalità del cammino compiuto in questi anni da Legambiente: ne fanno parte, naturalmente, molti dei protagonisti della storia della nostra associazione, e quanti hanno contribuito ad aprire il mondo tecnico-scientifico al punto di vista ambientale; ma nella ricchezza e diversità della sua articolazione esso testimonia anche l’apertura di Legambiente a nuovi temi e nuovi intertlocutori, dal mondo della scuola e della formazione a quello dei beni culturali. Questo nuovo Comitato Scientifico avrà diversi scopi: garantire a Legambiente il sostegno e la consulenza di voci autorevoli del mondo tecnico-scientifico; accrescere la legittimazione esterna dell’associazione; produrre studi su argomenti specifici, possibilmente “di frontiera” per la stessa cultura ambientalista. Sarà un luogo di discussione, di elaborazione e di proposta; un ausilio importante nel nostro sforzo per “incrociare” l’ambientalismo con gli altri grandi bisogni e saperi della nostra epoca; lo strumento per tenere Legambiente in rete con il mondo tecnico-scientifico, per influenzarlo ed esserne influenzata.