Troppe fiamme, troppe coincidenze. Fondamentale non abbassare la guardia e applicare tutti gli strumenti necessari: dalla normativa sugli incendi boschivi al reato di disastro ambientale, laddove necessario. Nel 2015 ben 993 incendi in Campania, andata in cenere una superficie complessiva di 4788 ettari.
“Davanti alle fiamme che in questi ultimi giorni colpiscono aree della Regione, dal Vesuvio all’isola di Capri, ci risulta difficile credere alla favola dell’autocombustione. Troppe coincidenze, troppe fiamme: il fenomeno degli incendi boschivi resta una terribile piaga del nostro paese perché distruggono habitat e paesaggi, possono mettere in crisi l’esistenza di tante economie locali che hanno scommesso sul turismo ambientale, accrescono il rischio idrogeologico e la desertificazione. Sono un pericoloso segnale di rifiuti di legalità.Quello che sta accadendo in queste ore in molte zone della regione dimostra che non bisogna abbassare la guardia e che occorre lottare senza paura contro i piromani utilizzando tutti gli strumenti necessari. Si valuti con grande attenzione se dagli incendi, per le loro caratteristiche, la loro diffusione e gli impatti che causano, oltre alle aggravanti già previste dal delitto regolato dall’art. 423bis del Codice penale, non si debba contestare anche quello di disastro ambientale. In una nota Antonio Gallozzi , direttore Legambiente Campania sugli incendi che in questi ore e ultimi giorni colpiscono diverse zone della Regione.
Analizzando con attenzione i dati del Corpo Forestale dello Stato, relativi ai roghi che sono divampati nel 2015 su tutto il territorio campano si sono verificati 933 incendi, maglia nera a livello nazionale , che hanno trasformato in cenere una superficie complessiva di 4788 ettari. Una ferita profonda – conclude Gallozzi di Legambiente – che continua a martoriare il territorio campano, il paesaggio e le bellezze naturali che contribuiscono a renderlo unico al mondo. La lotta a questi veri e propri delitti ambientali non può prescindere dalla sensibilizzazione dei cittadini e delle comunità, anche per rompere quel muro di omertà che a volte circonda gli incendiari. “