“Una condanna che colpisce al cuore l’ecomafia nella terra dei Fuochi. Esprimiamo grande soddisfazione per la sentenza emessa oggi dal Tribunale di Napoli negli confronti degli imputati che erano già stati denunciati da Legambiente nel rapporto Rifiuti spa del 1994. È una sentenza fondamentale che riconosce le gravi responsabilità della mattanza messa in campo nelle province di Napoli e Caserta da nomi noti alle cronache giudizio per traffico illegale di rifiuti. La rinascita della Terra della Fuochi deve ripartire dalla condanna dei colpevoli e dal risanamento delle aree avvelenata dalle ecomafie”.
Così Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente commenta l’esito del processo sulla discarica Resit.
La Campania si è confermata anche quest’anno core business nazionale nel Rapporto Ecomafia 2016 di Legambiente. Un dizionario dell’ecocidio che si ripete da oltre 22 anni. Un elenco di abusi, di cemento, di veleni, di territorio martoriato, di clan che fanno affari. I numeri sono chiari e senza appelli: un reato ogni due ore, 12 reati al giorno, per un totale di 4.277 reati accertati di illegalità ambientale, il 15,6% del totale nazionale, 3.265 persone denunciate e 22 arrestate, cui si aggiungono 1.040 sequestri.
“Oggi chi inquina paga. Se nel 2015 – aggiunge Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania – abbiamo salutato con sollievo l’introduzione degli ecoreati nel Codice penale, il 2016 è l’anno in cui si cominciano a raccogliere i risultati di un’azione repressiva più efficace e finalmente degna di un paese civile. È urgente ora affiancare alla risposta giudiziaria, una risposta che deve nascere dal tessuto imprenditoriale e sociale e che deve essere accompagnata con forza da istituzioni capaci di dare alternative in termini di fatturati, profitti, creazione di lavoro e di servizi per occupare da subito gli spazi che vengono liberati dall’oppressione mafiosa ed ecocriminale”.