Siamo davanti all’ennesima fumata nera contro l’abusivismo edilizio in Campania. Il Disegno di Legge di cui si è appreso dalla stampa desta notevoli perplessità perché in maniera tortuosa (si dice per evitare l’impugnativa del Consiglio dei Ministri) e configurandosi solo come un atto di indirizzo per i comuni, in realtà “scarica la patata bollente” proprio sui comuni. Questi, non si sa con quali mezzi, visto che le pratiche di condono giacciono inevase da decenni nei loro uffici, dovrebbero oggi acquisire al patrimonio comunale gli edifici abusivi, darli in fitto a quelli che hanno commesso l’abuso “per necessità” e utilizzare per altri scopi quelli rimanenti, tutto ciò verificando che le opere edilizie non siano in contrasto con rilevanti interessi urbanistici, ambientali e paesaggistici o di rispetto dell’assetto idrogeologico. Di fatto questo provvedimento ha tutte le caratteristiche di una sanatoria strisciante perché si sposta ulteriormente in avanti la soluzione del problema ma, nello stesso tempo, si creano disagi ai Comuni che già stentano a procedere nelle attività ordinarie per mancanza di personale e di fondi.
“Riteniamo- denuncia Legambiente- che tale proposta denoti solo attendismo e, come sempre quando la politica si mostra debole o indecisa, sia solo foriera di ulteriori abusi. Pur di non assumere posizioni chiare che possono essere impopolari, si diventa ambigui ed impopolari con tanti cittadini che si sono assunti l’onere economico di vivere in abitazioni legali e soprattutto si diviene ingiusti contro quei cittadini che hanno avuta la casa abbattuta. A chi paventa la necessità di “isole nell’Egeo” o altrove per accogliere i milioni di metri cubi di inerti provenienti dagli abbattimenti, consigliamo di mettere finalmente in funzione i mulini per il recupero degli inerti che ci risparmierebbero anche la necessità di continuare a cavare le nostre già martoriate montagne. A tal proposito Legambiente Campania chiede: Che fine hanno fatto i frantoi per gli inerti pare costati miliardi delle vecchie lire” acquistati durante una delle tante emergenze rifiuti?