Città allagate e territori sempre più fragili, resi vulnerabili dal riscaldamento globale, dal crescente consumo di suolo e da una gestione del territorio, urbanizzato e non, che non ha mai messo la prevenzione del rischio idrogeologico al primo posto. È quanto sta accadendo ormai in Italia, colpita da fenomeni atmosferici sempre più intensi, frequenti e localizzati, che ogni anno provocano alluvioni, smottamenti e frane causando vittime e danni. Le immagini dell’alluvione di Benevento dello scorso ottobre, in Campania, ma anche l’ondata di maltempo che nello stesso mese ha colpito Olbia, Pisa, Cassino, solo per citarne alcune, hanno drammaticamente riportato all’attualità il problema del rischio idrogeologico in Italia e l’urgenza di avviare una serie di interventi per la tutela e la valorizzazione dei territori. Un esempio? Avviando una rigenerazione urbana, programmando interventi mirati per la tutela e la messa in sicurezza dei territori e politiche di mitigazione che garantiscono anche una migliore risposta agli eventi climatici estremi; ed ancora definendo un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, rilanciando le aree interne e puntando sulla forza dei territori, molte cose potrebbero cambiare disegnando così una nuova “geografia urbana” più green e sostenibile.

Di questi temi si è parlato oggi a Benevento nel convegno “Ecosistema Urbano. Il territorio, gestione, tutela e opportunità” organizzato da Legambiente e dal comune di Benevento. La città campana avrebbe dovuto ospitare lo scorso 26 ottobre la conferenza di presentazione di Ecosistema Urbano XXII edizione, ma dopo l’alluvione che ha colpito pesantemente la città, Legambiente ha deciso di rimandare l’evento al 4 dicembre, proponendo un convegno sul tema della tutela, gestione e valorizzazione del territorio e premiando i vincitori dell’ultima edizione di Ecosistema Urbano. E proprio da Benevento, che lentamente sta tornando alla normalità, oggi Legambiente ha ribadito l’importanza di considerare la difesa del suolo e le politiche di prevenzione un tema prioritario del Paese e dell’agenda politica. È la prima vera grande opera pubblica da mettere in campo.

“Le città – dichiara Rossella Muroni, direttrice nazionale di Legambiente – rappresentano il nodo intorno a cui si intrecciano e dipanano le emergenze umane, ambientali, sociali e culturali del nostro tempo e insieme lo scenario di soluzioni possibili e praticabili. La crisi urbana e i cambiamenti climatici ci obbligano a ripensare in modo diverso il territorio e le città, immaginando un futuro che guardi alla rigenerazione urbana, ad uno nuovo tipo di mobilità urbana, a scelte di vita sostenibili. E in questo futuro è importante che vi sia anche un cambio di passo da parte della politica attraverso nuovi interventi territoriali e politiche ad doc a partire da un piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, che contenga indicazioni concrete per mettere in sicurezza le persone e adattare i territori e le realtà urbane. I cambiamenti climatici stanno determinando impatti sempre più evidenti nelle città, con rischi per le persone e problemi che in Italia sono resi ancor più drammatici dal dissesto idrogeologico, da scelte urbanistiche sbagliate e dall’abusivismo edilizio. Per questo è imprescindibile ridurre le emissioni di gas serra e investire per la messa in sicurezza dei territori, due obiettivi fondamentali che devono essere fissati in modo obbligatorio nell’accordo internazionale che uscirà dalla COP21 di Parigi”

“Abbiamo fortemente voluto questo appuntamento a Benevento per rinsaldare, proprio da questo territorio, recentemente martoriato, i principi cardine della salvaguardia ambientale – commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania -. Il nuovo modello di sviluppo che di fatto la crisi ci impone di scegliere, dovrà puntare su una economia a basse emissioni, sulla corretta gestione del territorio per la sicurezza dei cittadini e delle imprese, sulla valorizzazione delle tipicità agricole ed artigianali. Un ruolo fondamentale sarà giocato dalle aree interne, sulle quali occorre scommettere e nelle quali rientrano anche città come Benevento. Serve combattere il pervasivo abuso di territorio, operare per la necessaria messa in sicurezza, valorizzare il patrimonio storico e culturale, favorire la permanenza dei giovani”.

 

Il convegno, presentato oggi presso il Palazzo Paolo V, si è aperto con i saluti di Fausto Pepe, sindaco di Benevento, Michele Buonomo presidente di Legambiente Campania e di Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente. A seguire le tre sessioni tematiche: la prima dedicata al rischio idrogeologico e moderata da Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, con gli interventi di Denis Maragno, Università Iuav di Venezia Gestione del Rischio e Giulio Conte, Ambiente Italia.

La seconda “Il territorio: quale politica quale difesa” che ha visto, tra gli altri, anche la partecipazione di Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente, Mauro Grassi, Unità di missione Italia Sicura, Fulvio Bonavitacola, vice presidente Regione Campania. La terza tavola “Il rilancio del territorio, le opportunità delle aree interne”, moderata da Sebastiano Venneri, di Legambiente, ha visto tra i presenti Enrico Rossi, Presidente Regione Toscana, Domenico Liotto, Referente Aree interne – Regione Campania, Gennarino Masiello, Vice Presidente nazionale Coldiretti, Michele Di Maio, Sindaco di Calitri, Stefano Landi, Master MMT – Università LUISS Roma, Cosimo Rummo, Presidente e Amministratore delegato Pastificio Rummo. Infine le conclusioni dell’Onorevole Umberto Del Bassi De Caro, sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture.

 

Rischio idrogeologico e politiche territoriali – In Italia sono circa 6 milioni i cittadini che vivono o lavorano in aree ad alto rischio idrogeologico. Una condizione che interessa il 10% della superficie del territorio nazionale e l’82% dei comuni italiani. I danni legati alle emergenze idrogeologiche degli ultimi 16 mesi ammontano a 7,9 miliardi di euro, secondo i dati di Italia Sicura, e da maggio 2013 sono stati aperti 40 stati di emergenza, di cui 14 ancora in corso. Dati che evidenziando quanto sia urgente intervenire al più presto attraverso politiche territoriali ad hoc e risorse adeguate. Per Legambiente gli oltre 600 milioni di euro, per i 33 interventi urgenti contro il rischio idrogeologico resi disponibili dal Governo, sono un’importante e positiva novità, ma rischiano di essere insufficienti rispetto all’ingente mole di danni e alla diffusa presenza di territori a rischio in Italia. Bisogna destinare maggiori fondi alla prevenzione per diminuire i costi delle emergenze. Legambiente ricorda che gli interventi di prevenzione del rischio sono un investimento in termini ambientali ed economici. Si stima che ogni euro di investimenti pubblici ne sviluppa 6. Inoltre la gestione del territorio, attraverso presidi territoriali e il coinvolgimento dei soggetti interessati e delle diverse discipline tecnico-scientifiche permette di creare nuova occupazione a partire da quelle aree, come le aree interne, che oggi sono le più disagiate sotto questo punto di vista. Per questo l’associazione ambientalista oggi ha ribadito l’urgenza di definire un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici che dia indicazioni concrete per attuare le politiche di adattamento a partire dalle città, e che dialoghi con il programma delle misure di riduzione del rischio che si stanno mettendo in campo.

 

Rigenerazione urbana e valorizzazione aree interne: Durante il convegno si è poi sottolineato l’importanza di avviare nelle città italiane una vera e propria rigenerazione urbana basata su: mobilità nuova e sostenibile per uscire dalla morsa di traffico e smog, ecoquartieri per rigenerare le periferie, riqualificazione energetica e statica per rilanciare il patrimonio edilizio. Per l’associazione ambientalista la rigenerazione urbana è fondamentale per fermare il consumo di suolo, per riportare qualità e identità dei centri urbani rispondendo alle sfide delle trasformazioni socio-economiche, dei cambiamenti climatici e degli inderogabili impegni in campo energetico.

E se nelle città è importante pensare ad un rinascimento urbano, dall’altra parte è fondamentale valorizzare e rilanciare le aree interne del Paese, luoghi di bellezza e culle di buone pratiche sostenibili. Qui le comunità locali stanno costruendo società resilienti, attrezzate a rispondere alle nuove emergenze climatiche e a prevenirle grazie a strumenti e politiche di mitigazione che favoriscono la crescita di nuove imprese, professionalità e specializzazioni sul territorio in grado di dare risposte strutturali a danni di abbandono e spopolamento, di degrado dei paesaggi e del patrimonio edilizio, di dissesto idrogeologico, cattiva pianificazione, consumo di suolo, perdita di capitale umano e incapacità a formare le giuste competenze per le economie dei territori.

 

Al seguente link è possibile consultare i dati di Ecosistema Urbano, XXII edizione

http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-urbano-XXII-edizione