“Non ci son più alibi e dopo decenni di scellerate scelte in materia di gestione dei rifiuti non possiamo che prendere atto che finalmente viene tracciata una strada chiara e quantomeno ragionevole per risolvere il problema delle ecoballe in Campania. Lo stop ad un nuovo termovalorizzatore nelle nostra regione è un primo importante passo per segnare una linea di demarcazione netta rispetto al passato; ora è fondamentale dare un forte impulso alla differenziata, realizzare finalmente gli impianti per il trattamento dell’organico necessari per chiudere il ciclo della raccolta all’interno dei confini regionali in modo da rendere sostenibile anche economicamente gli sforzi dei comuni ricicloni e soprattutto consentire di gestire con l’impiantistica già presente in Campania anche le ecoballe”.
Così Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, commenta il piano sulla gestione delle ecoballe presentato questa mattina dal presidente Vincenzo De Luca e dal suo vice Fulvio Bonavitacola.
“Nella situazione di criticità in cui ci troviamo da anni è indubbio che le alternative non sono molte, per questo oggi riscontriamo quantomeno la ragionevolezza delle scelte proposte da De Luca, pur se in presenza di alcuni aspetti che meriterebbero maggiore attenzione – prosegue Buonomo -. Quello che più di tutto può davvero fare la differenza è impegnarsi seriamente per incrementare in breve tempo almeno del 10 per cento la raccolta differenziata e per farlo è necessario costruire tutti gli impianti per trattare l’organico differenziato, anche per evitare di alimentare ulteriormente il trasporto su gomma dei rifiuti in tutta Italia, un settore da sempre a rischio sotto il punto di vista criminale”.
Basta replicare e diffondere il modello dei “Comuni ricicloni” della Campania incentivando economicamente le amministrazioni ad adottare la raccolta differenziata porta a porta e portarla a percentuali superiori al 65%. Solo investendo sulla raccolta differenziata di qualità si potranno ridurre i quantitativi di rifiuti indifferenziati conferiti agli impianti di STIR e in discariche e termovalorizzatori. Secondo il dossier di Legambiente nel 2014 il numero di comuni che hanno raggiunto e superato la soglia del 65% di differenziata come previsto dalla legge è salito a 166 e diventano ben 298 se siconsidera la quota del 55%.