Legambiente: “Una lava di rifiuti nel ventre del Vesuvio. I primi affari dell’ecomafie dei rifiuti avevano come base logistica le pendici del vulcano. Non abbassare la guardia, un appello a denunciare”.

“Una lava di rifiuti nel ventre del Vesuvio, un ritrovamento che inquieta e allarma ma che non ci meraviglia. Sin dagli inizi degli anni ’90 l’ecomafia dei rifiuti ha regnato alle pendici del Vulcano dove, attraverso le cave, si realizzava il primo anello del circuito economico della rifiuti Spa: dal sistema delle cave, infatti, usciva “oro”, sotto forma di materiali di base per l’edilizia, e rientrava “oro” sotto forma di rifiuti; la cava riesce insomma a generare ricchezza in ogni momento. Il nostro plauso al Corpo Forestale e gratitudine a chi ha denunciato. Necessario non abbassare la guardia , monitorare e ci appelliamo a continuare a denunciare per tutelare una area tra le più conosciute al mondo e ricca di biodiversità e di prodotti tipici”.

Legambiente in una nota commenta operazione Sangue Nero che ha portato al ritrovamento di fusti di rifiuti pericolosi sul Vesuvio

Nell’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente la Provincia di Napoli è maglia nera a livello nazionale sul ciclo illegale dei rifiuti con 538 infrazioni accertate, 632 persone denunciate e arrestate e 234 sequestri effettuati.