Un Mostro a Tre teste inquina la Campania. 83 clan che gestiscono 4,5 miliardi di euro di fatturato, 4.777 reati accertati, 13 reati al giorno, 3428 tra persone denunciate e arrestate e 1153 sequestri effettuati, 5000 case abusive all’anno. La Campania core business di Ecomafia 2013 di Legambiente. La provincia di Salerno prima in Italia per numero di reati con 1809 infrazioni. Rifiuti Connection: dal 2002 arrestati 383 criminali, denunciate 465 persone, 41 inchieste con il coinvolgimento di 152 aziende. Provincia di Napoli prima in Italia. Buonomo (Legambiente): “La Campania core business della criminalità ambientale Necessaria una rivolta delle coscienze per richiamare la Politica e le Istituzioni ad una bonifica materiale e morale del territorio”

4.777 reati, 3428 tra persone denunciate e arrestate, 1153 sequestriper un giro di affari di 4,5 miliardi di euro gestito da 83 clan. Altre 5000 case abusive realizzate nel 2012. La Campania si conferma core business nazionale nel Rapporto Ecomafia 2013 di Legambiente. Ed il primato vale sia per il ciclo illegale del cemento che quello dei rifiuti. Una mattanza ambientale che si ripete da circa 20 anni. Un lungometraggio di abusi, di cemento, di veleni, di territorio martoriato, di clan che fanno affari. Una guerra invisibile con migliaia di vittime inconsapevoli ed innocenti differiti nel tempo.

I numeri sono chiari e senza appelli: è la Campania a guidare anche quest’anno la classifica dell’illegalità ambientale nel nostro paese, con 4.777 infrazioni accertate (nonostante la riduzione rispetto al 2011 del 10,3%), pari a 13 reati al giorno, 3.428 persone tra denunciate e arrestate .Di particolare rilievo, al riguardo, è lo sforzo investigativo compiuto in provincia di Salerno, diventata la prima in Italia come numero di illeciti (1809), seguita da Napoli( 1501) anche quest’anno al secondo posto.

“La Campania- commenta Michele Buonomo, presidente regionale Legambiente- si conferma core business nazionale dell’Ecomafia. Un mostro a tre teste che continua ad uccidere senza colpi di pistola nel silenzio e lentamente. La Campania da circa 20 anni è un campo di battaglia dov’è in gioco la bellezza dei nostri territori, la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Ma se la magistratura continua a fare il suo dovere e le forze dell’ordine quotidianamente sono impegnati nella lotta ai criminali, la politica continua ad essere assente o quando è presente lo fa a colpi di annunci di sanatorie edilizie. E’ il momento del Basta. Necessaria- conclude Buonomo-una rivolta delle coscienze per richiamare la Politica e le Istituzioni ad un bonifica materiale e morale del territorio. Da parte nostra contro i ladri di futuro continueremo in sinergia con la magistratura, i cittadini, la parte pulita dell’imprenditoria campana e le forze dell’ordine a denunciare la collusione e gli affari degli ecomafiosi.

La Campania in testa, purtroppo e come sempre, per quanto riguarda il ciclo illegale dei rifiuti: 758 infrazioni accertate, il 15,1% del totale nazionale, 17 persone arrestate, 746 quelle denunciate e 340 i sequestri effettuati. La provincia di Napoli, si colloca al primo posto tra tutte le province italiane per l’illegalità nel ciclo dei rifiuti, con 303 infrazioni e 180 sequestri, segue Salerno con 143 infrazioni e 58 sequestri effettuati. Sale al terzo posto la provincia di Benevento con 114 infrazioni e 107 persone denunciate. Chiudono Caserta e Avellino con 99 infrazioni accertate. Dal 2002, anno dell’introduzione dell’organizzazione del traffico illecito di rifiuti, in Campania sono state arrestate 383 persone, altre 465 sono state denunciate, ben 152 aziende coinvolte su 41 inchieste di di otto procure a livello regionale.

Ma ecomafia in Campania non riguarda solo i rifiuti. Il cemento, il movimento terra, appalti continua a rivelarsi una straordinaria “lavanderia” per riciclare soldi. C’è la Campania al primo posto in Italia per gli illeciti accertati nel 2012 nel ciclo del cemento. Un altro primato in negativo che si aggiunge a quelli “conquistati” da questa regione nelle statistiche del rapporto Ecomafia 2013. Nel 2012 sono 5000 le case abusive realizzate e ben 875 infrazioni accertate (il 13,9% del totale nazionale) con 967 persone denunciate e 311 sequestri effettuati. La Provincia di Napoli maglia nera con 305 infrazioni accertate, 381 persone denunciate e 180 sequestri effettuati, seguita dalla Provincia di Salerno con 267 infrazioni accertate e ben 334 persone denunciate. Terza la provincia di Avellino con 208 infrazioni , 147 persone denunciate e 25 sequestri effettuati. Chiudono la provincia di Caserta con 57 infrazioni e 55 persone denunciate e Beneventocon 38 infrazioni accertate e 50 persone denunciate.

Dietro questi freddi numeri si nascondono betoniere di camorra, piani regolatori trovati in casa dei boss, oppure elaborati in stretto contatto con i clan criminali. E ancora concessioni edilizie rilasciate con procedure illegittime, abusivismo edilizio tollerato, spesso sostenuto dalle amministrazioni in cui la camorra si ritaglia un ruolo da protagonista nella lottizzazione del territorio. Se c’è una costante in Campania nei decreti di scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa è quella dell’illegalità nel ciclo cemento. L’analisi dei decreti di scioglimento delle amministrazioni locali condizionate dei clan fa emergere territori off limits per la legalità ambientale. E un dato che non ammette repliche: l’81% dei comuni sciolti in Campania dal 1991 a oggi, vede, tra le motivazioni del decreto, un diffuso abusivismo edilizio, casi ripetuti di speculazione immobiliare, pratiche di demolizione inevase. Il record va alla provincia di Napoli, con l’83% di comuni commissariati anche per il mattone illegale, percentuale che scende al 77% per quelli in provincia di Caserta. L’incidenza dell’edilizia illegale nel mercato delle costruzioni è passata dal 9% del 2006 al 16,9%stimato per il 2013. Mentre le nuove costruzioni legali sono crollate da 305.000 a 122.000, quelle abusive hanno subito una leggerissima flessione: dalle 30.000 del 2006 alle 26.000 nel 2013. A fare la differenza sono ovviamente i costi di mercato: a fronte di un valore medio del costo di costruzione di un alloggio con le carte in regola pari a 155.000 euro, quello illegale si realizza con un terzo dell’investimento, esattamente 66.000 euro. Non sarebbe comunque un buon affare se si corresse davvero il rischio della demolizione, ma si tratta di un’eventualità purtroppo remota: tra il 2000 e il 2011 nei cinque comuni capoluogo di provincia della Campania sono state emesse 18.111 ordinanze di demolizione ma eseguite solo 828 (appena il 4,5%).

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