Da giorni i livelli di esposizione dei cittadini agli inquinanti nell’aria rimangono elevati e ancora ben oltre le soglie consentite dalla normativa. In una fase d’emergenza sono necessari ma non sufficienti gli interventi che riguardano il blocco delle auto, la riduzione delle temperature dei sistemi di riscaldamento sia per edifici privati che industriali. Per raggiungere migliori livelli di vivibilità e liberare i nostri centri urbani dalla cappa inquinante è prioritario mettere finalmente mano a nuove politiche di mobilità incentrate su uno svecchiamento del parco autobus puntando su mezzi al metano , su un trasporto pubblico locale moderno, treni per pendolari e mobilità alternativa.

Il trasporto pendolare, anche interno alla città, dovrebbe essere una priorità delle politiche di Governo, perché risponde a una esigenza reale e diffusa dei cittadini e perché, se fosse efficiente, spingerebbe sempre più persone ad abbandonare l’uso dell’auto con vantaggi ambientali, climatici e di vivibilità delle nostre città. Invece nella nostra regione il trasporto pubblico campano è un vero e proprio incentivo all’uso privato dell’automobile come dimostrano la riduzione del numero dei pendolari che usano il trasporto pubblico: si stima che in tre anni si sono persi circa 196mila pendolari che tradotto significa più auto in circolazione, più traffico, più smog nelle nostre città.

In Campania, secondo i dati di Leganbiente, sono 431 i treni in circolazione sulla rete regionale . L’età media dei convogli in circolazione sulla rete regionale è di 17,3 anni ed il 78,3% dei treni ha più di 20 anni di età. In Campania tra il 2010 e il 2015 il taglio ai servizi ferroviari è stato pari al 15% a fronte di un record di aumento del costo dei biglietti pari al 23, 75 % con un servizio che non ha avuto alcun miglioramento. Nonostante la regione Campania negli ultimi anni si è dotata di 63 treni tra nuovi e completamente ristrutturati, ci sono ancora troppi treni metropolitani e tram troppo vecchi: a Napoli sono 81 il numero dei treni metropolitani con una età media di 23 anni, mentre il 43,2% dei treni ha più di 20 anni.

Le nostre città devono tornare a respirare, ad essere più verdi, ed essere delle fucine di innovazione. Ripensare i centri urbani, migliorare la qualità di vita e dell’aria significa prima di tutto ripartire dal trasporto pubblico, che si conferma essere un passaggio strategico per il cambiamento dei nostri centri urbani. Oramai da anni nella nostra regione si sta celebrando il funerale del trasporto pubblico e così nel silenzio delle istituzioni si sta peggiorando in maniera decisiva la qualità di vita delle persone e delle città con conseguenze inimmaginabili dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Basta pensare alla situazione della Circumvesuviana,  una autentica vergogna italiana, dove  tra , treni fatiscenti, vagoni stracolmi, riduzione delle corse e  per i  pendolari che dalla provincia di Napoli diventa sempre più difficile entrare nelle carrozze e in tanti stanno abbandonando il treno per tornare all’automobile.