“Speravo che fosse in regola ma invece era fuorilegge”. In sei controlli su dieci i depuratori in Campania risultano essere fuorilegge. In provincia di Caserta il 70% dei controlli agli impianti di depurazione risulta non conforme, alla provincia di Napoli spetta un 38% mentre alla provincia di Salerno il 57%”.

“Speravo che fosse in regola ma invece era fuorilegge” è la sintesi della fotografia sulla depurazione in Campania scattata da Legambiente rielaborandoultimi  dati resi disponibili dall’ ARPAC anno 2011.

In sei controlli su dieci i depuratori in Campania risultano essere fuorilegge. Nel dettaglio- denunciaLegambiente-  analizzando  il quadro per Provincia si desume che  in Provincia di Caserta agli ultimi controlli sui depuratori sono risultati per il 70% “non conforme” alle disposizioni di legge, in Provincia di Napoli i controlli svolti nel 2011 sono risultati per il 38% non conformi e non diversa la situazione inProvincia di Salerno, i controlli svolti sono risultati per il 57% fuorilegge. Allarmanti anche i dati per la Provincia di Avellino dove per il  70% sono non conformi e per la Provincia di Benevento dove i controlli svolti nel 2011 sono risultati per  54 % fuorilegge.
“Con l’arrivo dell’estate il mare della Campania chiede clemenza per i tanti attacchi che riceve su tutti i fronti, dalla mancata depurazione, alla realizzazione di strutture di ormeggio per la  portualità turistica gravanti sulla idrodinamica delle acque, agli interventi volti al contrasto dell’erosione attraverso imponenti costruzioni con megablocchi prelevati in danno al paesaggio ed all’ambiente hanno commentato in una nota congiunta Michele Buonomo,presidente Legambiente CampaniaGiancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico Legambiente Campania. In particolare ancora una volta dobbiamo rilevare come il sistema depurativo di questa regione è insufficiente e manchevole. Quello però che ci sorprende è il fatto che la Regione non ritenga importanti le attività di controllo, punto di partenza obbligato per la formulazione di corrette politiche a tutela dell’ambiente. I dati dell’ARPAC, purtroppo, oltre che le criticità agli impianti di depurazione, svelano un quadro di profonda crisi  in cui versa la stessa Agenzia regionale che non è  posta nelle condizioni di svolgere le attività obbligatorie demandate dalla legge e  sottodimensionata come personale. In conclusione – dichiarano Buonomo e  Chiavazzo di Legambiente – la Regione si appresta ad avviare importanti interventi, i cosiddetti Grandi Progetti a valere sui Fondi Comunitari, che dovrebbero avere effetti proprio in favore del mare, e vanno da quelli volti alla realizzazione e adeguamento degli impianti di depurazione. La nostra preoccupazione è che siano destinati ad avere esiti analoghi ai quei tanti interventi realizzati in passato che in mancanza di un adeguata pianificazione e organizzazione della amministrazione e della gestione a monte risultano lontani dalla “visione di insieme” necessaria a consentirne l’adeguato funzionamento. Siamo ancora in attesa che siano predisposti adeguati Piani di Ambito Territoriale Ottimale e il Piano di Tutela delle Acqua Regionale sul fronte dei servizi idrici, il Piano Coste, il Piano di Utilizzo delle Aree Demaniali e il Piano della Portualità Turistica per i litorali regionali. Tutti strumenti indispensabili a perseguire interventi coerenti in termini di efficacia e di sostenibilità”.