L’iniziativa organizzata dal circolo Leonia di Legambiente a Sarnop. Obiettivo, salvaguardare il chilometro zero, la produzione e il consumo locale delle risorse alimentari valorizzando al contempo una delle più belle aree bagnate dal fiume Sarno.
Promuovere la riscoperta della tradizione del “buccaccio” o delle “butteglia”, usanza locale di autoproduzione della conserva e del pelato di pomodoro a partire da materie prime locali di qualità controllata, non solo per riscoprire le vecchie usanze, ma per promuovere le eccellenze gastronomiche locali e la bellezza dei luoghi.
È questo l’obiettivo del “Pummarola day”, l’evento promosso dal Leonia, circolo Legambiente Valle del Sarno, che si è svolto il 6 e 7 settembre a Sarno nella Masseria Pigliuocco, in località Lavorate, grazie anche al supporto logistico e alla collaborazione di Danicoop e Montoro Erbe.
Una due giorni nel corso della quale saranno preparate le conserve di pomodoro, un rito che in molti purtroppo hanno oramai abbandonato ma che sopravvive in molte aree della provincia salernitana, come nell’Agro nocerino-sarnese, terra del pomodoro per eccellenza, il “rosso” San Marzano. L’intenzione è quella non solo di promuovere il meglio della produzione agricola locale ma anche di proseguire nell’opera di valorizzazione di alcuni luoghi incontaminati bagnati dal fiume Sarno, così com’è l’area della Masseria Pigliuocco a Lavorate, dove è stata negli anni preservata – grazie all’impegno proprio della famiglia Montoro – il tratto del Rio Santa Marina, in prossimità di una delle sorgenti del fiume.
“Il nostro intento è quello di riscoprire una pratica del fare assieme, ritrovare una tradizione che va scomparendo e salvaguardare come parte della nostra identità, delle radici culturali di una terra agricola feconda, in cui il chilometro zero, la produzione e il consumo locale delle risorse alimentari ha sempre rappresentato un elemento distintivo – dichiara Luana Mattiello, presidente di Leonia-circolo Legambiente – Proseguiamo con questa azione nella nostra battaglia anche a tutela del fiume, dopo le analisi svolte in estate con la “Goletta del Sarno”, perché anche se in presenza, nell’intera valle bagnata dal fiume, di un territorio sottoposto al più dissennato consumo di suolo e ad una espansione insediativa residenziale e industriale estremamente disordinata, su cui grava una diffusa vulnerabilità al dissesto idrogeologico, esiste, di contro, un territorio di straordinario valore paesaggistico e ambientale, storico e culturale, pervaso da aree archeologiche di grande rilevanza, localizzazione di produzioni orticole a denominazione protetta. Ed è da qui che bisogna ripartire per coinvolgere i cittadini, e sensibilizzando e motivando ad una maggiore partecipazione e senso civico, in una esperienza di ricerca e conoscenza del fiume Sarno”.