La recente vicenda nell’avellinese purtroppo conferma e conclama l’allarme rilanciato il 22 marzo 2012 quando   pubblicammo i dati dell’indagine sullo stato delle gestioni acquedottistiche in Campania relativo al 2010.   Il risultato, rappresentativo in quanto riguardante ben l’89% della popolazione campana (oltre 5.150.000   abitanti), evidenziò una situazione estremamente critica. Un dato emblematico, meritevole evidentemente   dell’attenzione dell’autorità giudiziaria, era senza dubbio il fatto che per oltre 270.000 campani non   risultavano essere affatto realizzati i controlli interni! Ma anche che per la maggior parte dei campani, oltre   3.800.000 abitanti, sebbene venissero realizzati, i controlli interni sono risultati afferire a laboratori non   conformi con le disposizioni di legge in quanto non configurabili come “accreditati al sistema nazionale di   qualità” e come “interni al gestore o interni ad altro gestore di Servizi Idrici” (condizioni disposte per legge).

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