Nel biennio 2011-2012 si è assistito ad una diminuzione dei servizi drammatica: corse tagliate del 10%, aumento delle tariffe del 12,5 %. Legaambiente: “Meno servizi, condizioni di viaggio vergognose, meno pendolari e piu’ auto in circolazione. Cambiare rotta: investire sulle linee pendolari con nuove politiche”. Legambiente presenta il rapporto Pendolaria 2013.
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I soliti vecchi treni sono diminuiti, non perché siano stati sostituiti dai nuovi ma perché sono stati tagliati, e quindi quelli rimasti sono sempre più affollati. E sono peggiorate le condizioni in cui viaggiano i pendolari campani. In Campania sono oltre 310mila le persone che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o a studiare, eppure di loro non si occupa nessuno. E tra tagli , condizioni vergognose dei viaggi e dei treni, file e attese i pendolari in Campania diminuiscono anno dopo anno: sono stati fatti tagli complessivi del 19% al servizio dal 2010 a oggi con punte di meno 50% su alcune linee, i passeggeri si sono ridotti a 310mila contro i 395mila dello scorso anno e i 467mila del 2011. Complessivamente in due anni persi oltre 150mila pendolari che vuole significare più auto in circolazione. a dimostrazione di quanto la quantità e la qualità del servizio incida sul determinare o meno quante persone si muovono su mezzi privati o sui treni. E’ stato presentato oggi il rapporto Pendolaria 2013 di Legambiente, sulla situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare in Italia
“La situazione dei pendolari – ha dichiarato il direttore di Legambiente Campania Antonio Gallozzi – è vergognosa, inaccettabile e insostenibile. Proprio in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando, bisogna occuparsi di un fenomeno sociale di queste dimensioni, perché è anche la crisi ad obbligare tante persone a spostarsi sui mezzo pubblici per risparmiare. Tra treni vecchi, tariffe aumentate, condizioni di viaggio a rischio i pendolari abbandonano i treni e ritornano ad usare le auto. La campagna Pendolaria di Legambiente vuole dare visibilità e forza a una battaglia di civiltà come quella di avere nelle nostre città treni nuovi, più numerosi e puntuali per chi viaggia, carrozze pulite e non sovraffollate, servizi migliori nelle stazioni, maggiori informazioni ai viaggiatori, collegamenti e tariffe che migliorino gli spostamenti quotidiani riducendo il bisogno del mezzo privato. Perché quella dei pendolari è una questione nazionale, è un tema ancor prima che ambientale di dignità, di diritto alla mobilità delle persone. “
Grave la situazione della Campania dove i pendolari sono centinaia di migliaia e non si arriva neanche allo 0,3% della spesa rispetto al bilancio. quando si hanno centinaia di migliaia di pendolari ogni giorno sui treni regionali. Lo scorso anno le corse tagliate sono state del 10%, a cui si aggiunge un ulteriore taglio nel corso del 2012 sempre del 10% (mentre per il trasporto su gomma la riduzione è stata del 5%). Al tempo stesso c’è stato un aumento delle tariffe del 12,5%.
Le maggiori difficoltà che i pendolari lamentano riguardano l’età e l’affollamento dei treni ma anche disagi derivanti dalla mancanza di coincidenze sulle direttrici Salerno-Cava de’ Tirreni-Napoli e Caserta-Aversa-Napoli, due delle tratte più utilizzate della Regione e dove i pendolari chiedono un maggiore cadenzamento dei treni. Dei 310mila viaggiatori al giorno campani, quasi la totalità (circa 250.000) sono quelli che si dirigono quotidianamente nell’area di Napoli. Nell’area di Napoli dopo il completamento nel 2008 della linea a Monte del Vesuvio, la variante della Napoli-Cancello ed il potenziamento del passante Villa Literno-Gianturco-Cancello-Caserta-Torre Annunziata si attende la realizzazione della Stazione per i treni TAV ad Afragola per consentire una riorganizzazione del traffico ferroviario dando la possibilità di cadenzare i passaggi dei treni negli orari di punta. Una delle più gravi conseguenze dei tagli al trasporto ferroviario emerge nell’area di Napoli e della Campania,- denuncia Legambiente-in cui viaggiano 310mila persone al giorno , e che ha colpito in particolare gli utenti della Circumvesuviana. Le proteste, che si ripetono da ormai un anno, vedono insieme utenti e lavoratori della linea infuriati per l’eliminazione di un terzo delle corse giornaliere. I risultati dei tagli stanno provocando una serie di disagi clamorosi per i cittadini dell’Hinterland napoletano, rischiando di trasformare sempre di più le periferie napoletane in aree mal collegate e sempre più lontane dalla città. I disagi riguardano anche le stazioni, che vedono la chiusure di 22 biglietterie, e l’affollamento sempre più insostenibile delle banchine di attesa. Dei 142 treni, ne circolano giornalmente 40-43, mentre ne servirebbero 92. Negli ultimi tempi i pendolari che usufruiscono del servizio lamentano la totale incertezza delle corse, che tutti i giorni subiscono ritardi e soppressioni. Non va meglio sulle linee Cumana e Circumflegrea dove nelle sole ultime settimane sono rimasti fermi almeno il 30% dei treni con disagi gravissimi per i circa 60.000 pendolari quotidiani delle linee. Ma anche negli altri orari la mobilità delle persone viene decisamente limitata visto che l’ultimo treno da Napoli parte alle 20 e sono state cancellate decise di corse nei weekend. Nulla è migliorato nel 2013, anzi i disagi delle linee suburbane in Campania sono decisamente aumentati. I treni dell’ex Sepsa sono 30, di cui: 10 costruiti all’inizio degli anni ’60, 7 costruiti alla fine degli anni ’70 e 13 costruiti durante la prima metà degli anni ’90. Dei 30 treni, solo 11-12 circolano ogni giorno, scesi a 2 quest’estate, mentre ne servirebbero 16 per garantire il servizio giornaliero.
Le stazioni sono fatiscenti, abbandonate e vandalizzate, per buona parte sprovviste di biglietteria o di obliteratrici. La frequenza delle corse è di un treno ogni 20 minuti, ma i ritardi sono all’ordine del giorno anche a causa della soppressione di quasi il 50% dei treni, accompagnati dagli scioperi del personale, che per mesi non ha ricevuto stipendio, e dei casellanti che durante la primavera hanno causato numerosi disservizi, come la chiusura delle stazioni dove ci sono passaggi a livello. Ma anche la linea Napoli-Avellino è stata oggetto di un taglio enorme e che ha addirittura portato ad una parziale chiusura iniziale per poi ristabilire solo il 10% dei treni che in precedenza vi circolavano e comunque eliminando i treni diretti tra i due capoluoghi.
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Tratta ferroviaria |
Lunghezza (km) |
Numero di stazioni |
Velocità media (kmh) |
Problemi della linea |
Circumvesuviana Napoli Garibaldi-Sarno |
38 |
25 |
37 |
Tagli alle corse e sovraffollamento |
Napoli Centrale-Benevento-Avellino |
99 |
17 |
40 |
Tagli alle corse |
Salerno-Cava de’Tirreni-Napoli Garibaldi |
55 |
16 |
46 |
Soppressioni e ritardi |
Benevento-Napoli Garibaldi |
71 |
13 |
47 |
Tagli alle corse e treni vecchi |
Cumana Napoli-Torregaveta |
20 |
16 |
40 |
Tagli alle corse e treni vecchi |