Il futuro energetico italiano non passa dal carbone. Chiediamo la moratoria contro la costruzione di nuovi impianti e l’introduzione di una carbon tax sulle centrali.
Riparte con un blitz dalla Ligura, regione che ospita tre centrali termoelettriche (La Spezia, Genova, Vado Ligure), la campagna di Legambiente contro la fonte energetica più inquinante e meno efficiente: il carbone.
Il carbone è, tra le fonti fossili, quella che per la produzione di energia emette più CO2 (più del doppio del gas naturale, ad esempio), oltre a rilasciare molte sostanze dannose per la salute (arsenico, cadmio, cromo, mercurio, polveri sottili). In più, oggi non esiste alcuna ragione economica o ambientale per continuare a utilizzare il carbone in Italia grazie alla continua crescita delle rinnovabili: il loro contributo rinnovabili nei primi 8 mesi del 2013 è stato parti al 40,5% della prodzione netta e al 35,7% della domanda nazionale. Il nostro paese deve proseguire sulla strada di un modello energetico che riduca la domanda di energia, lavorando sull’efficienza, e avvicini l’offerta attraverso le fonti rinnovabili più adatte per i territori, gli edifici, le imprese.
Per questi motivi chiediamo:
- una moratoria una moratoria, con lo stop di tutti i progetti di costruzione e ampliamento di centrali a carbone;
- l’introduzione di una carbon tax sulle centrali sulla produzione termoelettrica basata sulle emissioni di CO2;
- l’intervento immediato sulle bollette tagliando la spesa di oltre 5 miliardi di euro tra sussidi alle fonti fossili, oneri impropri, sconti in bolletta ai grandi consumatori di energia elettrica;
- il sostegno sia alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente che a tutte le forme di autoproduzione di energia elettrica e termica.
Il dettaglio dei dati alla base delle nostre richieste nel dossier “STOP AL CARBONE. Le ragioni di una campagna”.
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