Chi prende il treno in Campania si trova davanti ad una sempre più insopportabile condizione del servizio ogni giorno più scadente, perché i soliti vecchi treni sono diminuiti e diventano quotidianamente più affollati. Per non parlare delle condizioni vergognose del viaggio.

La mattina il refrain del pendolare campano è il famoso IO Speriamo che me la cavo. Con risultati inevitabili : in Campania sono circa 271mila le persone che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o a studiare, eppure di loro non si occupa nessuno. Complessivamente in tre anni persi oltre 196mila pendolari(-42%) che vuole significare più auto in circolazione, più traffico, più smog nelle nostre città. È quanto emerge da Pendolaria 2014, il dossier di Legambiente che traccia un quadro preciso sulla situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare e presenta le sue proposte. Per l’associazione ambientalista per migliorare concretamente il servizio ferroviario è indispensabile da parte di Governo e Regioni un cambio di politica e scelte coraggiose in termini di mobilità urbana, a partire dallo stanziamento di maggiori risorse per arrivare a 5milioni di cittadini trasportati ogni giorno nel 2020 e portare il trasporto ferroviario finalmente su standard europei.

Il Rapporto Pendolaria 2014

Un’Italia a due velocità emerge dal Rapporto Pendolaria 2014: quella di Frecciarossa e Italo in crescita e quella di Intercity e treni regionali con tagli, disservizi e passeggeri in calo. In 12 mesi infatti oltre 90mila persone hanno deciso di abbandonare il treno come mezzo di trasporto quotidiano a causa del grave peggioramento del servizio.

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Le 10 linee peggiori d’Italia per i pendolari nel 2014

La fotografia di Legambiente del trasporto pubblico campano ormai è da anni sempre la stessa: treni affollati, lenti, spesso in ritardo. Ed ancora treni soppressi, guasti improvvisi, carrozze sovraffollate senza contare i problemi di circolazione legati spesso al binario unico che causano ulteriori ritardi.

Anche nel corso del 2014 si sono registrati disagi gravissimi per i 45.000 pendolari che quotidianamente si muovono tra Napoli e l’area nord-occidentale della città attraverso le linee Circumflegrea e Cumana. In particolare è la Circumflegrea a vedere crescere problemi e degrado. La linea, che collega Napoli (Stazione Montesanto) con Torregaveta sulla costa, lungo un percorso interno di 27 km, attraversa diversi quartieri di Napoli ed i Comuni di Pozzuoli e Quarto. I disagi riscontrati dai pendolari riguardano la mancanza di un numero sufficiente di treni ed i continui problemi tecnici che riscontrano su quelli in circolazione, vecchi ed inadeguati. Le conseguenze sono inevitabilmente il sovraffollamento ed i ritardi e purtroppo anche la scelta da parte di molti utenti di utilizzare la macchina per i propri spostamenti. In comune a tutta la linea rimane la fatiscenza di molte stazioni, abbandonate e vandalizzate, e per buona parte sprovviste di biglietteria o di obliteratrici. Problemi analoghi li trovano i pendolari che si spostano lungo la linea Cumana, che collega sempre la stazione Montesanto a Torregaveta ma su un tracciato più a sud di circa 20 km, che attraversa Bagnoli e Pozzuoli, e che ha visto numerosi stop legati a guasti tecnici e giorni in cui erano presenti solo due treni lungo la tratta, con un servizio più che dimezzato ed il passaggio dei convogli soltanto una volta ogni ora. La situazione è migliorata nella seconda parte dell’anno grazie all’introduzione di due nuovi treni e di uno ristrutturato. Sempre drammatica la situazione che continua a vivere la Circumvesuviana, una delle ferrovie più colpite dai tagli degli ultimi anni, con treni vecchi e degradati, vagoni stracolmi di persone perché insufficienti a garantire un servizio adeguato per una tratta molto frequentata per una delle linee pendolari più frequentate della Campania – con oltre 100mila utenti ogni giorno.

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