Tutti in carrozza…Si parte e per il pendolare campano inizia una lunga agonia. Chi prende il treno in Campania si trova davanti ad una sempre piu’ insopportabile condizione del servizio ogni giorno più scadente, perché i soliti vecchi treni sono diminuiti e diventano quotidianmente più affollati. Per non parlare delle condizioni vergognose del viaggio.Con risultati inevitabili: in Campania sono circa 292mila le persone che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o a studiare, eppure di loro non si occupa nessuno. Complessivamente dal 2010 anni persi oltre 130 mila pendolari(erano 422mila) che significa più auto in circolazione, piu’ traffico, piu’ smog nelle nostre cittàÈ quanto emerge daPendolaria 2015, il dossier di Legambiente presentato stamattina a Napoli che traccia un quadro preciso sulla situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare.

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Le dieci linee peggiori d’Italia

In Campania- denuncia Legambiente- sono stati effettuati tagli complessivi del 15% al servizio dal 2010 ad oggi, con punte di -50% su alcune linee, mentre c’è stato un aumento delle tariffe del 23 %. La conseguenza è che ci sono 130 mila persone in meno sui treni campani. Complessivamente in Campania sono 431 i treni in servizio sulla rete regionale, di cui 396 di alta frequenza e 35 di media percorrenza con una tipologia di 331 elettrici e 100 diesel con una età media dei convogli in circolazione sulla rete regionale di 17,3 anni, ed il 78,3% con più di 20 anni di età. Nonostante la regione Campania negli ultimi anni si è dotata di 63 treni tra nuovi e completamente ristrutturati, ci sono ancora troppi treni metropolitani e tram troppo vecchi: a Napoli sono 81 il numero dei treni metropolitani con una età media di 23 anni, mentre il 43,2% dei treni ha più di 20 anni. Nel capoluogo napoletano sono oltre 70milioni i passeggeri annui che utilizzano la metropolitana, cifre basse rispetto i 475 milioni annui di Milano ed i 299milioni di Roma, mentre sono 140 i milioni di passeggeri che a Napoli usufruiscono di tram/bus , niente in confronto dei 945 milioni di Roma.

“La situazione dei pendolari – ha dichiarato il presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo – è inaccettabile e insostenibile. Proprio in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando, bisogna occuparsi di un fenomeno sociale di queste dimensioni, perché è anche la crisi ad obbligare tante persone a spostarsi sui mezzo pubblici per risparmiare. Tra treni vecchi, tariffe aumentate, condizioni di viaggio a rischio i pendolari abbandonano i treni e ritornano ad usare le auto. La campagna Pendolaria di Legambiente vuole dare visibilità e forza a una battaglia di civiltà come quella di avere nelle nostre città treni nuovi, più numerosi e puntuali per chi viaggia, carrozze pulite e non sovraffollate, servizi migliori nelle stazioni, maggiori informazioni ai viaggiatori, collegamenti e tariffe che migliorino gli spostamenti quotidiani riducendo il bisogno del mezzo privato. Perché quella dei pendolari è una questione nazionale, è un tema ancor prima che ambientale di dignità, di diritto alla mobilità delle persone. “
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C’ è una nota positiva riguarda la Campania che dopo anni di totale inadeguatezza rispetto alle necessità dei pendolari torna almeno ad investire lo 0,35%, un segnale minimo che deve però essere seguito da ulteriori e più consistenti sforzi per recuperare tagli drammatici e una gestione del servizio spesso disastrosa. Si è tornati ad investire nell’acquisto di nuovo materiale rotabile con 13,5 milioni per l’acquisto di parte dei nuovi treni ETR per la Circumvesuviana, di quelli per Sepsa con il revamping di 13 treni e l’acquisto di 12 unità di trazione Firema e 7 nuove unità di trazione Firema per la ex MetroCampaniaNordEst. Un altro esempio positivo riguarda gli investimenti realizzati a Napoli nelle metropolitane e nel servizio ferroviario. Ogni giorno 150.000 passeggeri prendono la Linea 1 (erano 110.000 nel 2013 prima del prolungamento fino alla Stazione Garibaldi). Sono inoltre state realizzate negli ultimi anni 35 tra stazioni nuove e riqualificate, attraverso il coinvolgimento di artisti e architetti di fama internazionale. La nuova stazione Toledo del metrò si è addirittura aggiudicata diversi riconoscimenti internazionali ed è arrivata in testa a diverse classifiche sulla stazione più bella.

Con Pendolaria , Legambiente fotografa nello specifico lo sfascio della trasporto pubblico in Campania.

Emblematica la situazione della linea storica della Circumvesuviana che vanta circa 120mila viaggiatori al giorno che hanno visto un calo dell’offerta di treni del 30%. Le proteste, che si ripetono da ormai un anno, vedono insieme utenti e lavoratori della linea infuriati per l’eliminazione di moltissime corse al giorno. I risultati dei tagli stanno provocando una serie di disagi clamorosi per i cittadini dell’Hinterland napoletano, rischiando di trasformare sempre di più le periferie napoletane in aree mal collegate e sempre più lontane dalla città. I disagi riguardano anche le stazioni, che vedono la chiusure di 22 biglietterie, e l’affollamento sempre più insostenibile delle banchine di attesa. Gli elettrotreni in dotazione sono 142 di cui: 83 costruiti negli anni ’70, 35 costruiti all’inizio degli anni ’90 e 24 costruiti nel 2008/09. Dei 142 treni, ne circolano giornalmente 40-43, mentre ne servirebbero almeno 92 per garantire un servizio efficiente. Gli ultimi 2 anni hanno visto la ex-Circumvesuviana al centro delle cronache locali a causa di gravi incidenti, come il deragliamento di un treno che viaggiava ad una velocità troppo elevata in curva, oppure travolgimenti di automobili ai passaggi a livello. Nel corso dell’ultima estate purtroppo si sono aggiunte altre soppressioni, con addirittura 26 corse cancellateotto delle quali riguardanti la linea Napoli-Nola-Baiano.

Si sono registrati disagi gravissimi anche per i 37.000 pendolari (in calo rispetto ai 45mila di anno fa) che quotidianamente usufruiscono delle linee Circumlfegrea e Cumana. I disagi riscontrati dai pendolari riguardano la mancanza di un numero sufficiente di treni ed i continui problemi tecnici che riscontrano quelli in circolazione. Le conseguenze sono inevitabilmente il sovraffollamento ed i ritardi e purtroppo anche la scelta da parte di molti utenti di utilizzare la macchina per i propri spostamenti. In comune a tutta la linea rimane la fatiscenza di molte stazioni, abbandonate e vandalizzate, e per buona parte sprovviste di biglietteria o di obliteratrici, per non parlare dei numerosi stop legati a guasti tecnici.

I treni dell’ex Sepsa sono 32, di cui: 10 costruiti all’inizio degli anni ’60, 7 costruiti alla fine degli anni ’70 e 13 costruiti durante la prima metà degli anni ’90, a cui vanno aggiunti i 2 nuovi convogli entrati in funzione. La frequenza delle corse è di un treno ogni 20 minuti, ma i ritardi sono all’ordine del giorno anche a causa della soppressione di quasi il 50% dei treni avvenuta negli ultimi anni, accompagnati dagli scioperi del personale, che per mesi non ha ricevuto stipendio, e dei casellanti che durante la primavera hanno causato numerosi disservizi, come la chiusura delle stazioni dove ci sono passaggi a livello.

Ma anche la linea Napoli-Avellino è stata oggetto di un taglio enorme e che ha addirittura portato ad una parziale chiusura iniziale per poi ristabilire solo il 10% dei treni che in precedenza vi circolavano e comunque eliminando i treni diretti tra i due capoluoghi. Al momento le due città vedono 7 “collegamenti” al giorno, tra cambi ed autobus sostitutivi ed un tempo minimo di percorrenza di 2 ore e 10 minuti.

image1La ferrovia Alifana, lunga circa 80 km, è un’altra delle linee che negli ultimi mesi è stata spesso protagonista di numerose lamentele da parte dei pendolari, a causa di molteplici ritardi, soppressione di corse, ma soprattutto per la precarietà dei mezzi su cui viaggiano, caratterizzati dall’assenza di aria condizionata d’estate, da sediolini e carrozze antiquate e da uno scarso servizio di pulizia. Si tratta di una linea su cui viaggiano convogli diesel anche se da svariati anni l’opera di elettrificazione èpraticamente finita. Al momento attuale la gestione di EAV (Ente Autonomo Volturno) vede l’utilizzo di 8 treni, mentre le corse sono assenti nei giorni festivi in quanto sostituite con bus.

Infine altra situazione critica è quella delle metropolitane di Napoli. I finanziamenti per la linea 1 sono stati predisposti e si prevede quindi che sarà completata per il 2018 questa opera fondamentale che collegherà Napoli dal centro verso Est, da piazza Municipio a Capodichino, servendo un bacino di utenza potenziale di 600 mila persone. Forse sottovalutata ma al contrario di vitale importanza è il prolungamento della linea 6 della metro napoletana. Anche questa opera affronta gravi ritardi nella realizzazione ed è praticamente inutilizzata al momento vista la limitata lunghezza della tratta in funzione oltre che per via del percorso parallelo alla linea 2. Per questi motivi dal 2011 la linea è chiusa nei giorni di sabato, domenica e nei giorni festivi ed è aperta nei restanti giorni soltanto di mattina. La tratta in costruzione prevede il prolungamento verso il centro cittadino, da Mergellina a Municipio, con 3 stazioni intermedie. La nuova tratta in questo modo permetterà un rapido collegamento con il centro cittadino.