Legambiente parteciperà con bandiere e striscioni all’abbattimento di uno degli ecomostri più famosi del nostro paese, quello di Alimuri a Vico Equense, nella penisola sorrentina, previsto per domenica. Una barca dell’associazione ambientalista seguirà via mare l’abbattimento esponendo lo storico striscione “Abbattiamolo”, mentre i volontari indosseranno la nuova maglietta con la foto dello scheletro di Alimuri “Abbattuto”, che andrà ad arricchire la collezione dell’associazione ambientalista dedicata agli ecomostri caduti giù.
”A distanza di quattordici anni dal nostro primo blitz con Goletta e dopo tante battaglie, l’ecomostro va finalmente giù. – dichiarano Rossella Muroni e Michele Buomomo, rispettivamente direttrice nazionale e presidente Legambiente Campania -. Un atto dovuto, che attendevamo da tempo, per testimoniare che l’abusivismo non paga più. Domenica sarà una giornata allegra e festosa, che ci infonderà nuova forza per continuare la nostra battaglia per la bellezza, che è la più grande risorsa del nostro Paese, e per il rispetto della legalità. Ma soprattutto, servirà come monito per amministratori e governo, su quale sia la strada giusta da perseguire perché solo abbattendo gli abusi questo paese può tornare a valorizzare adeguatamente i suoi territori. Un monito necessario, se sono ben ventidue, tra emendamenti ai decreti omnibus e disegni di legge ad hoc, dal gennaio del 2010 a oggi, i tentativi in sede legislativa di salvare le case abusive.”
In Campania – denuncia Legambiente – l’intreccio tra camorra e politica è stato in molti casi come un impasto di cemento. Licenze edilizie fantasma, ordinanze di demolizione nascoste nei cassetti, piani regolatori e appalti truccati, abusivismo. Leggendo i decreti di scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa si compone il mosaico della “Cemento Spa” , che in dieci anni ha realizzato in Campania circa 60.000 case abusive, pari a oltre nove milioni di metri quadrati di superficie cementificata. Una fortuna – conclude Legambiente – nella cassaforte dei clan e una manna per i colletti bianchi del mattone ma soprattutto un fardello insopportabile per la legalità e la qualità dell’ambiente della regione. I numeri delle forze dell’ordine sono un’ulteriore conferma: con 838 reati accertati (oltre il 15% del totale nazionale), 952 persone denunciate e 300 sequestri, la Campania guida la classifica nazionale dei reati legati al ciclo del cemento. La provincia di Napoli, con 350 infrazioni, detiene poi la leadership assoluta.