Muoversi con treni vecchi, lenti e sovraffollati: la Circumvesuviana tra le linee peggiori per il viaggiatore pendolare.

La fotografia di Legambiente del trasporto pubblico campano ormai è da anni sempre la stessa: treni vecchi, affollati, lenti, insicuri e spesso in ritardo. I pendolari campani ormai la mattina scendono per andare nei luoghi di lavoro o di studio parafrasando “Io speriamo che me la cavo”. E le ragioni sono nei numeri del dossier di Legambiente: In Campania attualmente sono 407 i treni in servizio con convogli di età media pari a 18,3 anni, il 70,3 % dei treni circolanti ha più di 15 annicon punte estreme come nei casi della Circumvesuviana (con 83 treni in circolazione costruiti negli anni ’70 ed altri 35 nei primi anni ’90), della Cumana Circumflegrea (con un’età media dei 30 treni addirittura superiore a 33 anni) o della linea Alifana con treni vecchi di 35 anni. Nella nostra regione- commenta Legambientetra il 2010 e il 2016 il taglio ai servizi ferroviari è stato pari al 15% a fronte di un record di aumento del costo dei biglietti pari al 36, % con un servizio che non ha avuto alcun miglioramento. Negli ultimi anni si è avviato un processo ampio di revamping ma resta un fatto che i treni su molte linee di questa regione non sono all’altezza di un trasporto moderno ed efficiente.

Anche quest’anno a guidare la poco onorevole classifica delle tratte peggiori troviamo la Circumvesuviana che collega un’area metropolitana di circa due milioni di abitanti e si estende per 142 km distribuiti su 6 linee e 96 stazioni. Qui il pendolare non fa più caso ai ritardi. La speranza, piuttosto, è che la corsa non rientri tra le diverse centinaia cancellate ogni anno. E una volta saliti a bordo non resta che sperare di poter proseguire fino alla meta senza intoppi. Non è detto poi che i probabili guasti al materiale rotabile o i blocchi alla fatiscente rete di trasporto siano il peggio che possa capitare. Perché, tra incidenti o principi di incendi, scippi, aggressioni, intimidazioni, finestrini presi a sassate, controllori impotenti che rischiano di essere pestati a sangue per aver banalmente chiesto il biglietto o intimato di non fumare a bordo, il viaggio può trasformarsi in un inferno. Fino al 2003- secondo il dossier Pendolaria di Legambiente- la Circumvesuviana assicurava più di 500 corse al giorno, oggi i numeri sono dimezzati. Questo perché fino al 2010 i treni in circolazione erano 94 poi si è assistito ad una lenta ed inesorabile parabola discendente. Allo stato attuale, salvo guasti, viaggiano 56 treni, ma ne occorrerebbero almeno 70 per garantire un servizio dignitoso Ma la débâcle riguarda tutta l’Eav, l’holding (Circumvesuviana, Cumana, Circumflegrea e Metrocampania NordEst) con deciso crollo di utenti su tutte le tratte: da 40 milioni (nel 2010) a 27 milioni sulla Circumvesuviana, da 20 a 11 milioni quelli della Sepsa (Cumana e Circumflegrea); quelli di MetroCampania Nordest, da 67 milioni a circa 40. 

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Ulteriori informazioni su www.pendolaria.it