Nonostante la grande vittoria ai referendum del 2011 per l’acqua pubblica e contro il ritorno del nucleare in Italia a favore di un nuovo modello energetico, la volontà popolare allora espressa non è stata ancora tradotta in provvedimenti legislativi e atti concreti. 

Il nucleare non è un capitolo chiuso. 

In Europa le centrali continuano a funzionare anche a pochi chilometri dai nostri confini e, mentre la Germania decide di abbandonare gradualmente l’atomo, altri paesi del Mediterraneo come la Turchia continuano a progettare l’apertura di nuovi impianti. In Italia non esiste un sistema di messa in sicurezza delle scorie radioattive prodotte durante il nostro passato nucleare; inoltre lo smantellamento delle vecchie centrali va a rilento: la Sogin ha realizzato in 10 anni solo il 10% dei lavori previsti a fronte di una spesa di quasi 2 miliardi di euro caricata sulle bollette di noi cittadini.

Il modello energetico alternativo è ancora lontano. 

Il referendum ha indicato una chiara volontà popolare verso un nuovo modello energetico, che però è ancora lontano. La politica energetica degli ultimi governi ha ostacolato la diffusione delle rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza energetica. Sono state invece rilanciate le fonti fossili, l’apertura di nuove centrali a carbone e l’estrazione di idrocarburi a terra e a mare.

L’acqua non è pubblica (e nemmeno pulita).

A due anni di distanza dal referendum sull’acqua pubblica, la volontà popolare rimane disattesa. Manca ancora la definizione di buone politiche di gestione della risorsa idrica e di risoluzione dei problemi del ciclo delle acque. L’Italia, infatti, continua a essere inadempiente rispetto alle direttive europee sulla depurazione delle acque, e siamo ancora molto lontani dagli obiettivi di qualità delle risorse idriche da raggiungere entro il 2015

 

Per questo chiediamo:

– che i parlamentari ripresentino e avviino la discussione sulla legge di iniziativa popolare “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima“;

– che i Sindaci rispondano alle nostre 10 proposte per una gestione sostenibile dell’acqua e del servizio idrico nel territorio comunale.